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GLUTEN-SENSITIVITY: IL GLUTINE POTREBBE NON ESSERNE SEMPRE LA CAUSA

IL GLUTINE POTREBBE NON ESSERE LA CAUSA

La questione è stata affrontata al Policlinico A. Gemelli IRCSS da gastroeneterologi, allergologi e nutrizionisti, intorno allo stesso tavolo per discutere dell’epidemia di intolleranza al glutine dei giorni nostri (si stima intorno al 12% della popolazione).

Potrebbero essere altre proteine contenute nel frumento od i cosiddetti fattori antinutrizionali  (ANF) quali fitati, amylase/trypsin inhibitors (ATIs), tannini e tanti altri ad indurre quelle che vengono definite comunemente “intolleranze al glutine”.

Gli ANF sopra citati hanno la funzione specifica di proteggere il frumento dai suoi nemici naturali ma potrebbero al tempo stesso influenzare la biodisponibilità e la digestione dei nutrienti in esso contenuti. Una cattiva digestione può tradursi nell’innesco di meccanismi di tipo infiammatorio.

Una soluzione per eliminare gli ANF potrebbe essere ad esempio quella di prolungare i tempi di fermentazione del frumento ma molto spesso questi tempi vengono ridotti per far fronte ad una domanda del mercato eccessiva.

L’ipotesi al vaglio: la scarsa qualità della processazione del frumento potrebbe essere alla base dell’esplosione delle cosiddette ‘gluten sensitivity’.

Il grano ha una presenza molto forte nella dieta della maggior parte degli italiani; un consumo più controllato di tale cereale preferibilmente integrale, in un contesto di dieta varia che prediliga cibi freschi e non altamente processati, può proteggerci dall’insorgenza di tale fenomeno.

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